Quell’ormai famoso cartello appeso davanti
all’ufficio Gestione Verde Urbano del Comune di Roma a metà novembre 2013 e in cui si invitava la
gente a non rompere le scatole agli impiegati agli sportelli altrimenti
sarebbero volati insulti, a me ha fatto ridere. Lo trovo geniale. In un momento
di crisi come questo, qualcuno ha trovato il modo di scherzare. Penso che
una cosa così non sarebbe mai successa in Inghilterra o in Norvegia, dove non sanno ridere.
Era un cartello talmente improbabile e assurdo che avrebbe dovuto subito
riscuotere un sorriso e invece nei più ha suscitato feroce indignazione, sollecitata da un giornalismo ormai abituato a rincorrere il sensazionalismo senza
approfondire. Se facessi ancora il mio mestiere mi sarei dato daffare per
scoprirne gli autori e per farmi una risata assieme a loro. Invece ci si è
fermati all’apparenza e adesso qualcuno forse pagherà per la “goliardata”, come era
stata subito definita dal vicesindaco di Roma. Nei giorni successivi allo sdegno è esplosa poi un’ondata di ipocrisia. Ah sì? Era una goliardata?
Ecco, gli impiegati comunali sono dei fannulloni, dei mangiapane a tradimento,
invece di lavorare stanno lì a inventarsi queste cose! Che razza di cialtroni
siamo! Ma nessuno di quelli che hanno protestato ha mai scherzato sul posto di
lavoro?! Nessuno dei giornalisti che ha riportato la notizia si è mai fatto una risata alle spalle di altri? Da altra parte ho già ricordato che in redazione a "Stadio" Giorgio Comaschi era solito rispondere al telefono: "Il direttore? No, non c'è, sta imbiancando i corridori!". Dino Biondi, il direttore di allora, quando lo seppe si fece una risata. La realtà è che abbiamo perso il senso dell’umorismo. E questo sì che
fa tristezza, mica quel cartello che era solo uno scherzo ben riuscito.
LO SCHERZO CRETINO
In Argentina a inizio 2014 sono stati messi in commercio da Carrefour dei budini fra i cui ingredienti figuravano anche 12 grammi di cocaina. Chi se ne è accorto ha subito pensato ad un errore, altri sono rimasti sbaloriti. La famosa azienda ha ritirato dai negozi i budini incriminati e ha attribuito la scritta allo "scherzo di cattivo gusto" di un impiegato di un'azienda fornitrice. Ovviamente, ha precisato, nei dolci non c'è alcuna traccia di cocaina.
LO SCHERZO CRETINO
In Argentina a inizio 2014 sono stati messi in commercio da Carrefour dei budini fra i cui ingredienti figuravano anche 12 grammi di cocaina. Chi se ne è accorto ha subito pensato ad un errore, altri sono rimasti sbaloriti. La famosa azienda ha ritirato dai negozi i budini incriminati e ha attribuito la scritta allo "scherzo di cattivo gusto" di un impiegato di un'azienda fornitrice. Ovviamente, ha precisato, nei dolci non c'è alcuna traccia di cocaina.
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