Bologna è una città da amare. E’ di dimensioni
vivibili e ha nemmeno 380.000 abitanti: in 20-25 minuti di tangenziale vai da sud
a nord, da San Lazzaro a Casalecchio. E’ adagiata sotto le ultime colline
dell’Appennino ed è titolare di molti record mondiali. E’
detta “la dotta”: perché ha la più antica università del mondo (è del 1088). E’
detta “la grassa”: perché come si mangia qui non si mangia da nessuna altra parte, la
ricetta originale dei tortellini (qui nati nel 1664) è conservata alla Camera
di Commercio; il ragù “alla bolognese” è celebre nel mondo. E’ detta “la
turrita”: perché mai in nessun’altra città ci sono state tante torri. Nel
1100 ne furono costruite 100, ne restano 34, le due più famose sono l’Asinelli
(alta 97,20 mt) e la Garisenda (quella che pende più di quella di Pisa). E’ detta “la rossa”: perché le
case più antiche erano fatte di mattoni rossi anche se poi questa
caratterizzazione è stata accostata ai sindaci di sinistra del dopoguerra.
E’ la città con più portici al mondo: nel solo centro
storico ce ne sono per 38 km; il portico più famoso è quello che conduce fin su al Colle della Guardia (352 m di altitudine)
alla basilica di San Luca, con 666 arcate (foto qui a sinistra); quello più spettacolare è di Casa
Isolani, fatto nel 1250 con travi di rovere alte 9 mt (in legno ce ne sono altri
8) e in cui sono ancora conficcate tre frecce lanciate da non si sa quali
arcieri (foto in basso a destra). Ha il centro storico di origine medioevale più vasto d’Europa. Nella Basilica
di San Petronio c’è la più grande meridiana del mondo, costruita a metà del
1500. Ha dato alla storia 5 Papi. Ha un sottosuolo straordinario fatto di percorsi semisconosciuti
e di canali che in alcuni tratti sono ancora alla luce: un tempo collegavano la
città al Po e a Venezia.
Bologna ha anche gente straordinaria: per la
bonarietà, la cultura, la generosità e l'umiltà; quando al cinema o in tv ti
propongono un tipo simpatico gli danno la cadenza bolognese con la “esse”
pronunciata. Forse per questo, per naturale ritrosia, Bologna non ha mai avuto
la fama turistica di cui gode ad esempio Firenze. O forse anche perché è situata
strategicamente in uno snodo fondamentale per le comunicazioni fra sud e nord:
treni, auto e anche aerei passano di qui, se vuoi andare da qualche parte. E la
gente si ferma solo per mangiare un piatto di tortellini o di lasagne, non
sapendo che cosa si perde.
Quella che ricordo è la Bologna della mia gioventù,
perché adesso – pur conservando le sue prerogative – è tutt’altra cosa, anche se un sondaggio di fine novembre 2013 la colloca al terzo posto fra le città italiane per qualità della vita. Come
dovunque ci sono incivili che credendosi artisti imbrattano muri, altri che di
notte schiamazzano, urinano e bevono nelle vie del centro, e ci sono fantasmi che non ti
fanno sentire tranquilli. Per dire: davanti alla Basilica di San Petronio, in
pieno centro, da anni staziona una pattuglia di Carabinieri: per prevenire eventuali
attentati a causa di un affresco di Maometto all’inferno del 1400 stampato sul
soffitto di una cripta. Una volta la Fiera di Bologna era un evento, adesso non più. L'ha abbandonata persino il Motor Show, che nel 2013 ha dato forfait, tornerà a fine 2014 spartendosi il bisiness con Modena). Una volta si cantava, in dialetto: “Oh Bulaggna oh Bulaggna / la città mia più
bella sei tu”. Adesso questa canzoncina non la conosce nessuno. Ecco il testo completo:
C’e’ chi dice che e’ bella Milano
c’e’ chi ammira l’antica Venezia
c’e’ chi esalta Trieste e Torino
chi Perugia, Rapallo e La Spezia.
C’e’ chi dice d’andare a Firenze
se là vuoi veder la beltà.
Io rispondo: ch’al vegna a Bulåggna
ch’le’ dal månd la pio bela zite’.
Oh Bulåggna Oh Bulåggna
la citta’ mia piu’ bella sei tu.
Oh Bulåggna Oh Bulåggna
le due torri, San Luca e non piu’
San Petronio coi bianchi gradini
La magnifica e bela piazola
di Re Enzo il palazzo Isolani
e al Minghetti magnifica scola
il Nettuno, D’Azeglio, il Pratello
al palaz in duv i’ era al Pudste’.
A Bologna c’e’ tutto di bello
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