La luna è
una magia. E’ lì da sempre, gira sopra di noi, a volte la guardiamo con
indifferenza. Spesso però ce ne lasciamo suggestionare. Sulla luna sono state
scritte centinaia di canzoni (per citarne due: Luna rossa e Blue Moon) e costruite decine di leggende: dal lupo mannaro
che ulula nella notte sullo sfondo della luna piena al vampiro che si sveglia
assetato, al mito di Selene. La luna
influisce sulle maree, detta i tempi dell’imbottigliamento di un vino, agisce sulla
crescita dei capelli e delle unghie, sul ciclo delle donne, sulla nascita dei
bambini, sulla crescita dei funghi, sulla semina degli ortaggi che va fatta in
luna calante. Di un tipo di umore variabile si dice che è “lunatico”. Come me. Io
“sento” molto la luna. Quando è in fase crescente mi aumentano gradualmente le
energie fino a sentirmi al top – fisicamente e intellettualmente – nel momento
della luna piena. Confesso che a volte ho scelto questa fase per fissare un
appuntamento importante. Guardai con stupore la luna il giorno in cui l’uomo
per la prima volta ci mise il piede sopra. Era il 20 luglio del 1969, una domenica, il fatto
storico avvenne alle 4.57 del mattino. Ricordo che rimasi incollato alla
televisione per una notte intera assieme a mia madre, avevo 31 anni. Gli astronauti americani Neil
Armstrong (il comandante), Edwin Buzz Aldrin (pilota del modulo lunare) e
Michael Collins (pilota del modulo di comando), partiti dal Centro Spaziale
Kennedy di Houston, in Texas, si erano imbarcati sulla navicella Columbia, la missione straordinaria si
chiamava Apollo 11. Armstrong e Aldrin allunarono con la capsula mentre Collins
li aspettava nell’universo, fra le stelle. A dirla così sembra una favola,
sembra fantascienza. Invece fu tutto vero. Lo testimoniava una telecamera della navicella spaziale che filmava ogni istante dell'evento. E già questo era una cosa stupefacente: immagini che ti arrivavano nitide dallo spazio in un'epoca in cui da noi la tv esisteva solo da 15 ann!
Armstrong fu il primo a scendere la
scaletta per toccare il suolo, sei ore dopo l’allunaggio, il suo cuore
registrava 110 battiti al minuto. Mise cautamente il piede destro sul suolo
sabbioso, poi fece alcuni passi, cominciò a saltellare. Lo raggiunse poi Aldrin.
Piantarono la bandiera americana, Armstrong pronunciò la famosa frase “Questo è un piccolo passo per l’uomo, un balzo
gigante per l’umanità”. Lasciarono
messaggi per eventuali visitatori di altri mondi, raccolsero 21,5 kg di
materiale, restarono in giro sulla luna per circa due ore e mezza poi
risalirono fra le stelle. Sarebbero tornati sulla terra in mezzo all’Oceano
Pacifico.
Ricordo anche la piccola diatriba fra Ruggero Orlando, corrispondente Rai negli Stati Uniti inviato per l'occasione a Houston, e Tito Stagno, giornalista a Roma. Il contendere era il momento esatto
dell’allunaggio. Stagno lo annunciò 56” prima che avvenisse, male interpretando i colloqui fra gli astronauti e gli uomini del centro spaziale a Houston, Orlando 10” dopo.
Si intignarono in diretta per qualche minuto, ciascuno voleva assicurarsi il
merito della documentazione esatta di un momento storico. Andai a letto a
mattina fatta, letteralmente “stralunato” da quanto avevo visto in televisione:
l’evento più straordinario della mia vita. Per una volta dico che sono
fortunato a essere vecchio, io vidi l’uomo scendere sulla luna. Quelli nati
dopo non possono nemmeno immaginare che cosa sia stato, che emozioni abbia suscitato.
Nessun commento:
Posta un commento