sabato 14 settembre 2013

RIFLESSIONI - I nuovi razzisti


Una volta ce l’avevamo con i “terroni”: dal sud erano venuti su “inquinando” il nord. “Non si affitta a meridionali”, c’era scritto su certe case. Poi sono diventati così tanti che non vi abbiamo più prestato attenzione. Adesso storciamo il naso davanti ad albanesi, romeni, extracomunitari in genere, africani, mediorientali e asiatici. E siamo diventati razzisti della peggior specie. Nel 2013 ha fatto scalpore la serie di insulti rivolti da esponenti della Lega Nord alla ministro dell'integrazione Cècile Kyenge, di origine congolese, paragonata ad un orango. 
Abbiamo dimenticato, o non abbiamo mai saputo, che dal 1876 al 1976 ben 27 milioni di italiani sono emigrati invadendo il mondo. Per carità, gente anche perbene e di genio (il padre di Papa Francesco, piemontese, per dirne uno; il nuovo sindaco di New York, Bill De Blasio, con radici a Benevento), che ha lasciato traccia nella storia di molte nazioni, praticamente costruendone alcune come Argentina o Uruguay. Ma c’era anche e forse soprattutto gente che aveva compiuto le stesse malefatte di cui oggi accusiamo gli “invasori”. Non è un caso se un italiano all’estero viene ancora genericamente bollato come “mafioso” e comunque è guardato con diffidenza. Consiglio a tal proposito di leggere un libro scritto da Gian Antonio Stella nel 2002, “L’orda”, che analizza l’emigrazione italiana nel tempo con scrupolosa e sconcertante documentazione.

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