domenica 15 settembre 2013

RIFLESSIONI - Lei non sa chi sono io


Una frase odiosa e ridicola che denuncia sconfinata arroganza e spesso sottintende una minaccia. La disse il sindaco Vittorio De Sica al poliziotto Alberto Sordi nel film “Il vigile”, la ripetè Totò nel celebre sketch del vagone letto con l’On. Trombetta. Molti umoristi ne hanno fatto un cavallo di battaglia proponendo – oltre alle pernacchie - risposte adeguate tipo “Meglio che io non lo sappia!”. E’ una cosa patetica. Eppure c’è ancora chi la pronuncia, anche se a inizio 2013 la Suprema Corte l’ha fatta diventare reato (implica una minaccia). A luglio del 2013 a Cuneo una ex Onorevole aveva parcheggiato nel posto riservato ai disabili; alla multa dei vigili aveva risposto lanciando la famosa frase e dicendo che si sarebbe rivolta al sindaco: è stata condannata a un risarcimento di 5.000 euro. A me capitò di sentirmela dire quando ero direttore del Guerin Sportivo. Un giorno mi telefonò un tale protestando vivacemente per non so quale articolo, e si scaldò tanto che a un certo punto disse la mitica frase, aggiungendo che era amico intimo del tale Onorevole. Io sono un tipo che riesce a sopportare tutto fuorchè la limitazione della libertà e la prepotenza. Risposi nel modo sbagliato. Invece di spernacchiarlo mi arrabbiai di brutto e lo investii con una sequela di insulti che lo pregai di girare anche al suo Onorevole. A proposito di Onorevole, mi ha fatto ridere e arrabbiare nel contempo una politica calabrese di quasi 60 anni che ha rimandato alla Prefettura di Crotone una lettera indirizzata “semplicemente” alla dottoressa tal dei tali: sono “Onorevole”, ha scritto al Prefetto, e questo è un titolo che lei deve mettere sulla busta. Equivaleva a un “lei non sa chi sono io”. Era stata in Parlamento per soli 2 anni, dal 2006 al 2008, ma si teneva abbarbicata a quel titolo. Se avesse saputo che onorevole significa degno di onore, rispetto, stima, forse si sarebbe risparmiata quella figuraccia.

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