venerdì 18 ottobre 2013

AMARCORD - Quei giorni a Grado, da Nico


 Negli anni 70 i calciatori non andavano in vacanza ai Caraibi, alle Maldive o a Ibiza (che allora nessuno conosceva). Andavano invece a Rimini o Viareggio dopo essere stati una settimana a Grado, in provincia di Gorizia. Lì, e a Lignano, facevano le cure termali. A me, giovane redattore di “Stadio”, era toccato il compito di fare “le interviste estive”, a luglio. Ci andai per parecchi anni di seguito (270 km con la 500 di mio padre, non si arrivava mai), e a lungo andare la cosa anziché annoiarmi divenne divertente. I calciatori in vacanza frequentavano la modesta locanda di Nico, "Alla fortuna", che nel 2010 è stata tirata a nuovo e chiamata “Nico – Antica Trattoria Alla Fortuna”. Nessuno rifiutava dieci minuti di chiacchiere rilassanti, che io poi spalmavo su una pagina intera, condita con inedite foto a colori. Ad un certo punto divenni così "di famiglia" che non occorreva più che andassi a cercare i calciatori: venivano loro da me, che stavo seduto a un tavolino, magari convocati da Nico stesso: Fai un salto qui che c’è Facchinetti…. In quel periodo mi feci tutti i giocatori più popolari: Gigi Riva era in apparenza sempre riservato e serioso, ma una sera spalmò del burro sulla schiena di un collega; Fabio Capello, bellissimo, si teneva i baffetti e amava scorrazzare sulla spiaggia con una “dune buggy”; Marcello Lippi, gentile ed elegante, la prima volta gli andai a parlare al “Sans Souci”, un localino dove si faceva musica. Le mie interviste divennero così popolari che Nico tappezzò le pareti della sua locanda con le mie pagine di “Stadio”. Colto da un soprassalto di nostalgia, alcuni anni fa con mia moglie sono tornato a Grado: sempre bellissima ma tutto cambiato, parcheggi intasati di auto, nessun calciatore in giro. E la locanda di Nico trasformata in maniera irriconoscibile, bellissima ma non più la “mia” locanda. Non bisognerebbe mai guardarsi indietro…

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