domenica 27 ottobre 2013

RIFLESSIONI - E vissero felici e contenti


Parere personalissimo: Halloween è la festa più insulsa che si potesse inventare, non ne capisco il senso. L’hanno riesumata gli americani (i soliti americani!) andandola a pescare dalla cultura celtica e storpiandone il senso. Ne è simbolo una zucca tenebrosa intagliata in modo da sembrare un teschio. Si dice: Felice Halloween!!! Felice? Se vedi qualcosa che impaurisce sei felice? All’inizio era una cosa per bambini, e questo è già deplorevole. Poi è dilagata nel mondo dei grandi mai cresciuti, che nell’occasione si travestono da fantasmi ghignanti, morti viventi rimbambiti, streghe col bitorzolo sul naso, vampiri sanguinolenti. Un divertimento che non ti dico!
Rifletto e rilevo che da che mondo è mondo le favole sono sempre state dispensatrici di angosce. Gli esperti dicono che servono ai bambini a sconfiggere le loro paure. Sarà, ma non ci credo. Hansel e Gretel dei fratelli Grimm, è la favola forse più celebre. Sono due bambini lasciati dal padre in mezzo a un bosco tenebroso: oggi si chiama abbandono di minore. Cammina cammina e cammina arrivano a una casetta. La proprietaria è una vecchia strega abituata a mangiare i bambini. Finisce che Gretel spinge la vecchiaccia nel fuoco del camino e la brucia viva. E vissero tutti felici e contenti. E’ più o meno quello che capita a Pollicino. E’ il più piccolo di sette fratelli abbandonati (dove?) nel bosco dai genitori che non sanno come mantenerli (ma non potevano farne meno?). Anche quei sette bambini camminano e camminano nel bosco tenebroso finchè arrivano davanti a un palazzo: lì abita un Orco che quando ha voglia di carne fresca mangia bambini. Pollicino, che ne sa una più del diavolo, scopre che l’Orco ha sette figlie, tutte con una piccola corona in testa. Frega le corone e le mette in testa ai suoi fratelli. Così l’Orco, preso dai morsi della fame, quando in piena notte si avvicina ai lettini per sgozzare le sue prede taglia la gola alle sue figlie. E' omicidio plurimo. Pollicino, che intanto si era segnato la strada con briciole di pane, scappa con i suoi fratelli. Ma l’Orco li insegue con i suoi stivaloni delle sette leghe. Nel momento in cui si ferma a dormire, Pollicino gli sfila gli stivali e corre dalla moglie del mostro e le dice che suo marito è stato rapito e che bisogna pagare un riscatto. Quella deficiente dell’orchessa gli consegna tutto l’oro che ha e Pollicino torna a casa sua e regala l’oro ai genitori che lo avevano abbandonato assieme ai suoi fratelli. Da quel momento naturalmente vissero tutti felici e contenti. Meno truce è la storia di Cappuccetto Rosso e della sua mamma che – incosciente – la manda da sola a casa della nonna in mezzo al solito bosco raccomandandole di stare attenta al lupo cattivo; la piccolina incontra il lupo malvagio il quale corre dalla nonna, se la mangia e aspetta la futura vittima. Fortuna che arriva un cacciatore che ammazza il lupo cattivo. Poi lo squarta e dalla pancia tira fuori la nonna ancora viva. 
Poi ci sono altre storie, meno truculente. Biancaneve si becca una mela avvelenata da una stregaccia, un’altra vecchia malvagia vuol far fuori la Bella Addormentata. Nel bosco, naturalmente. Meno male che poi tutti vivono felici e contenti. A Pinocchio va un po’ meno peggio: Mangiafuoco lo tiene solo in gabbia ma non se lo vuole mangiare; il padre di Pinocchio invece viene divorato da una balena ma poi anche lui se la cava. Anche stavolta finiscono tutti felici e contenti.
I genitori che raccontano queste favole dicono: Stanno così attenti, non fiatano… Per forza, hanno addosso una fifa blu! Per carità, non contesto il parere di autorevoli esperti che dicono che queste favole fanno un gran bene ai bambini. Esprimo solo qualche dubbio in proposito. Chissà se i figli degli esperti non hanno paura del buio o vanno di notte in un bosco col sorriso sulle labbra. E soprattutto: chissà se questi esperti che analizzano le favole “istruttive” hanno mai chiesto ai bambini che cosa ne pensano di queste storie orribili o se non preferiscano vedere un bel cartone di Tom e Jerry.

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