sabato 19 ottobre 2013

AMARCORD - Le folli notti al Guerino


Una delle più interessanti iniziative del “Guerin Sportivo” nella sua storia centenaria è stato il “Film del Campionato”: l’aveva ideato Italo Cucci, direttore, a metà degli anni 70. Ogni settimana 16 pagine del giornale venivano riservate a foto, tabellini e disegni (di Paolo Samarelli) relativi alla precedente domenica di campionato, che poi i lettori raccoglievano e conservavano per rilegarle a fine stagione in modo da avere in mano il riassunto dell’intera annata calcistica. Nel 1987 Marino Bartoletti perfezionò l’idea: il Film del campionato veniva pubblicato la domenica stessa delle partite. E questa fu un’avventura straordinaria. Allora non c’erano le foto digitali né internet per trasmetterle in redazione.

 Ogni domenica il Guerino spediva uno o due fotografi sui campi della Serie A. Il problema nasceva quando si trattava di fare arrivare le foto a Bologna in tempo utile - cioè entro le 11 di sera - per sviluppare le pellicole, selezionare le immagini e impaginare. Qui entrava in scena la fantasia, l’incoscienza, lo spirito di sacrificio di quei folli fotografi. C’era qualcuno come il “magico” Guido Zucchi o il “pazzo” Bellini che erano capaci di mettersi in macchina a Lecce e arrivare a Bologna in meno di 5 ore. C’era qualcun altro, come Paolo Cassella, che dopo aver fatto la partita della Roma o della Lazio, si precipitava ad un punto convenuto per raccattare i rullini che arrivavano da Cagliari o da Bari per poi correre all’aeroporto o alla stazione e imbarcarli su un aereo o un treno. Capozzi, da Napoli, se per un ingorgo perdeva la possibilità di consegnare le sue foto, inforcava la macchina e ce le portava fino in redazione. Calderoni, quando batteva i campi del nord, si fermava al casello di Piacenza ad aspettare le foto che arrivano da Genova o da Bergamo.; aspettava impassibile, non perdeva mai la calma se qualcuno accusava pesanti ritardi. Tutto questo con sole o pioggia, neve o nebbia. Dietro a tutto ciò c’era un incredibile lavoro di coordinamento affidato a Maurizio Borsari, la cui fantasia non conosceva limiti. A volte il recupero delle fotografie avveniva attraverso le vie più inimmaginabili. Da Bari capitava che ce le portasse il mediano Angelo Colombo, che ogni domenica sera tornava a Milano e a Bologna aspettava al casello un nostro fattorino; oppure lo stesso mister Salvemini, che dopo la partita tornava in famiglia a Reggio Emilia. Le foto della Samp spesso le dovevamo alla cortesia di Pari, quelle della Juve a una tifosissima bianconera che abitava a San Lazzaro, la Rosa. Spesso entravano in gioco anche arbitri, capotreni, piloti di aerei: tutti straordinariamente disponibili e mobilitati per fare arrivare in tempo al Guerino le immagini delle partite. E spesso accadevano episodi curiosi. Una volta a Roma il mitico Cassella aveva perso l’aereo. Si precipitò in stazione. Fermò il primo passeggero “affidabile” in partenza per Bologna e gli chiese se poteva portare un pacchetto di rullini. Il passeggero era un prete. Si mise a strillare come un’aquila, chiamò la Polfer urlando che uno sconosciuto voleva appioppargli, forse, una bomba. Cassella solo dopo un’ora riuscì a chiarire l’equivoco. Le foto, quella volta, arrivarono con grandissimo ritardo. Ma arrivarono.

Una volta giunte in redazione le pellicole venivano portare allo sviluppo presso il laboratorio di Franco Villani, distante una decina di km dal Guerino. Poi Villani portava le diapositive in redazione e il direttore e i suoi più fidati collaboratori sceglievano le migliori per impaginarle assieme ai disegni di Samarelli che intanto erano arrivati via fax. A raccontarla così oggi sembra una follia. Forse lo era. Ma quando alle 5 di mattina te ne tornavi a casa per andare a letto, ti sentivi di aver “creato” qualcosa di importante. Per te e per i lettori.




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