"Come passa
il tempo! Sembra ieri che…”: è una
frase che diciamo tutti. Non ricordo di averla sentita 50 o 60
anni fa. Ricordo invece che al liceo in un tema scrissi che il progresso e la
tecnologia ci avrebbero ammazzato. Il professore di italiano mi riprese con
asprezza, mi diede un 4 come voto, e mi spiegò che avevo detto una grande
fesseria. Non ne sono mica tanto convinto, se mi guardo indietro. Chiaro che la
società deve evolversi, altrimenti saremmo ancora all’età della pietra, ma
l’accelerazione che la nostra vita ha subito negli ultimi decenni è
spaventosa e devastante. Oggi lo stress e la depressione sono malattie diffuse e sono il frutto della
velocizzazione della nostra esistenza. Abbiamo inventato il “fast food” che è la
più grande stupidaggine che avremmo potuto fare: il “mangiare veloce” ci ha
tolto una digestione serena, il piacere di gustare il cibo, la tranquillità di una
conversazione a tavola. E il tutto per che cosa? Per “correre”, non si sa dove e
a fare chissà cosa. Adesso c’è il treno ad alta velocità: perché dobbiamo
“correre” dietro ai nostri impegni sempre più pressanti. Una volta dietro a furgoni e camioncini c'era il cartello "vietato farsi trainare" destinato a chi, in bicicletta, si aggrappava alla sponda per non pedalare. Adesso anche i camioncini sfrecciano come impazziti e se ti attacchi penso che sia un tentativo di suicidio.
Credo che purtroppo sia una deriva ormai irreversibile anche se molti tentano una qualche resistenza: hanno riscoperto lo “slow food”, hanno tirato fuori la bicicletta in contrapposizione alle auto. Paradossalmente in questa era frenetica che sollecita la velocità, sono stati messi sulle strade i “dissuasori di velocità”, i “rallentatori artificiali” (servono più che altro a scassare le macchine), gli "autovelox". In prossimità delle striscie pedonali si sono inventati le linee che delimitano la carreggiata a zig-zag: sì, perchè altrimenti la auto arrivavano sparate. Rilassarsi e relax sono diventate le parole d’ordine di una generazione impazzita. La nostra esistenza però continua a scorrere con isterica velocità. Mi viene spontaneo pensare ai bambini, costretti da genitori sconsiderati a correre dietro a mille cose: dopo la scuola c’è il corso di danza o di pianoforte, la piscina, la scuola di recitazione o quella di equitazione: e loro crescono in maniera frenetica e stordente. Non sappiamo nemmeno più che cosa ci perdiamo, correndo così furiosamente. Provate a percorrere a piedi un tratto di strada che solitamente vi fate in macchina: scoprirete una infinità di cose mai notate prima.
Credo che purtroppo sia una deriva ormai irreversibile anche se molti tentano una qualche resistenza: hanno riscoperto lo “slow food”, hanno tirato fuori la bicicletta in contrapposizione alle auto. Paradossalmente in questa era frenetica che sollecita la velocità, sono stati messi sulle strade i “dissuasori di velocità”, i “rallentatori artificiali” (servono più che altro a scassare le macchine), gli "autovelox". In prossimità delle striscie pedonali si sono inventati le linee che delimitano la carreggiata a zig-zag: sì, perchè altrimenti la auto arrivavano sparate. Rilassarsi e relax sono diventate le parole d’ordine di una generazione impazzita. La nostra esistenza però continua a scorrere con isterica velocità. Mi viene spontaneo pensare ai bambini, costretti da genitori sconsiderati a correre dietro a mille cose: dopo la scuola c’è il corso di danza o di pianoforte, la piscina, la scuola di recitazione o quella di equitazione: e loro crescono in maniera frenetica e stordente. Non sappiamo nemmeno più che cosa ci perdiamo, correndo così furiosamente. Provate a percorrere a piedi un tratto di strada che solitamente vi fate in macchina: scoprirete una infinità di cose mai notate prima.
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