Parere personalissimo: Halloween è la festa più insulsa che si potesse inventare, non ne capisco il senso. L’hanno riesumata
gli americani (i soliti americani!) andandola a pescare dalla cultura celtica e storpiandone il
senso. Ne è simbolo una zucca tenebrosa intagliata in modo da sembrare un
teschio. Si dice: Felice Halloween!!!
Felice? Se vedi qualcosa che impaurisce sei felice? All’inizio era una cosa per
bambini, e questo è già deplorevole. Poi è dilagata nel mondo dei grandi mai
cresciuti, che nell’occasione si travestono da fantasmi ghignanti, morti
viventi rimbambiti, streghe col bitorzolo sul naso, vampiri sanguinolenti. Un
divertimento che non ti dico!
Rifletto e rilevo che da che mondo è mondo le
favole sono sempre state dispensatrici di angosce. Gli esperti dicono che
servono ai bambini a sconfiggere le loro paure. Sarà, ma non ci credo. Hansel e
Gretel dei fratelli Grimm, è la favola forse più celebre. Sono due bambini lasciati dal padre in mezzo a un bosco tenebroso: oggi si chiama abbandono di minore. Cammina cammina e cammina arrivano a
una casetta. La proprietaria è una vecchia strega abituata a mangiare i
bambini. Finisce che Gretel spinge la vecchiaccia nel fuoco del camino e la
brucia viva. E vissero tutti felici e contenti. E’ più o meno quello che capita
a Pollicino. E’ il più piccolo di sette fratelli abbandonati (dove?) nel bosco
dai genitori che non sanno come mantenerli (ma non potevano farne meno?). Anche
quei sette bambini camminano e camminano nel bosco tenebroso finchè arrivano davanti a un
palazzo: lì abita un Orco che quando ha voglia di carne fresca mangia bambini.
Pollicino, che ne sa una più del diavolo, scopre che l’Orco ha sette figlie,
tutte con una piccola corona in testa. Frega le corone e le mette in testa ai
suoi fratelli. Così l’Orco, preso dai morsi della fame, quando in piena notte
si avvicina ai lettini per sgozzare le sue prede taglia la gola alle sue
figlie. E' omicidio plurimo. Pollicino, che intanto si era segnato la strada con briciole di pane,
scappa con i suoi fratelli. Ma l’Orco li insegue con i suoi stivaloni delle
sette leghe. Nel momento in cui si ferma a dormire, Pollicino gli sfila gli
stivali e corre dalla moglie del mostro e le dice che suo marito è stato rapito
e che bisogna pagare un riscatto. Quella deficiente dell’orchessa gli consegna
tutto l’oro che ha e Pollicino torna a casa sua e regala l’oro ai genitori che
lo avevano abbandonato assieme ai suoi fratelli. Da quel momento naturalmente
vissero tutti felici e contenti. Meno truce è la storia di Cappuccetto Rosso e della
sua mamma che – incosciente – la manda da sola a casa della nonna in mezzo al
solito bosco raccomandandole di stare attenta al lupo cattivo; la piccolina incontra il lupo malvagio il quale corre dalla
nonna, se la mangia e aspetta la futura vittima. Fortuna che arriva un
cacciatore che ammazza il lupo cattivo. Poi lo squarta e dalla pancia tira fuori
la nonna ancora viva.
Poi ci sono altre storie, meno truculente. Biancaneve si
becca una mela avvelenata da una stregaccia, un’altra vecchia malvagia vuol far
fuori la Bella Addormentata. Nel bosco, naturalmente. Meno male che poi tutti vivono
felici e contenti. A Pinocchio va un po’ meno peggio: Mangiafuoco lo tiene solo
in gabbia ma non se lo vuole mangiare; il padre di Pinocchio invece viene
divorato da una balena ma poi anche lui se la cava. Anche stavolta finiscono
tutti felici e contenti.
I genitori che raccontano queste favole dicono:
Stanno così attenti, non fiatano… Per
forza, hanno addosso una fifa blu! Per carità, non contesto il parere di
autorevoli esperti che dicono che queste favole fanno un gran bene ai bambini.
Esprimo solo qualche dubbio in proposito. Chissà se i figli degli esperti non hanno
paura del buio o vanno di notte in un bosco col sorriso sulle labbra. E soprattutto:
chissà se questi esperti che analizzano le favole “istruttive” hanno mai
chiesto ai bambini che cosa ne pensano di queste storie orribili o se non preferiscano
vedere un bel cartone di Tom e Jerry.
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