IMU, acronimo di Imposta Municipale Unica, è il tormentone con cui i politici
ci hanno afflitto per mesi, tanto che ormai molti pensavano che da esso dipendesse la nostra vita. Toglieremo l’Imu, diceva una parte degli scaldapoltrone del
Parlamento sottintendendo: vi salviamo noi. No, guai a toglierla, obiettavano i
“sovversivi” che venivano subito guardati in cagnesco. E tutti passavano ore e ore
a discutere sulla questione, senza che gli scappasse da ridere.
Anzi, erano serissimi. “Esperti del nulla, di cui sanno tutto”, si diceva una
volta di chi parlava a vanvera. Il dramma è che qui non si tratta solo di
parlare a vanvera ma di essere fuori dal mondo a tal punto da considerare la gente una
massa di imbecilli. La questione è semplice. Per fare cose occorrono soldi. Per
fare soldi, siccome non si è capaci o non si vuole tagliare le spese inutili (ridurre i parlamentari, abolire le province, azzerare gli enti inutili) o di far
fruttare i patrimoni che abbiamo, occorrono le tasse. Hanno tolto l’Imu? Bene,
bravi. Tranquilli che quella somma la paghiamo ugualmente, e maggiorata, sotto un’altra
voce. Qualcuno ha provato a contare le tasse che ci affliggono: pare che siano un
centinaio, forse 107. Il luogo comune corrente è: “Ormai ci tassano anche
l’aria che respiriamo”. E magari è vero e non lo sappiamo. Abbiamo famigliarità con l’Iva, l’Irpef o l’Irap. Ma c’è una miriade di balzelli di cui
la maggioranza non sospetta nemmeno l’esistenza. C’è persino la “tassa
sull’ombra”! Non è una barzelletta: scatta quando la tenda di un locale invade
il suolo pubblico. E voi sapete cos’è la Tobin Tax che prende il nome
addirittura da un premio Nobel? E’ l’imposta sulla compravendita di titoli
azionari. E la Iscop? E’ l’imposta di scopo che un Comune chiede per uno scopo
specifico. Poi c ‘è la Tefa, il “tributo per l’esercizio delle funzioni
ambientali”, una addizionale della Tares (tassa sui rifiuti) che aveva sostituito la Tarsu e che adesso non c’è
più. C’è la Trise che somma la Tari e la Tasi. Anzi, non ci sono più nemmeno queste. Perchè al loro posto è arrivata la TUC, un calderone dentro il quale vengono pigiati balzelli di ogni genere. Anzi, no: da fine novembre c'è la Iuc che chissà come verrà battezzata a gennaio. A questo punto, a quei tipi incapaci e senza pudore che in stato confusionale si inventano queste cose incomprensibili, suggerirei una bella TAC. Al cervello. Non ne uscirebbe niente di buono, ne sono certo.
Immondizia allo stato puro è ciò che sta dentro la
benzina. Sulla quale non c’è una tassa nobilitata da un nome, ma un cumulo di
assurdità che i vari governi da anni riversano nel nostro serbatoio. Il perché
è facile da intuire: siccome l’auto è il bene che più o meno tutti possiedono
ed è irrinunciabile, scaricarci dentro le imposte più stravaganti è cosa ovvia.
Per dirla in breve: senza le 17 tasse che gravano sulla benzina, un litro lo
pagheremmo 721 centesimi. Sapete cosa c’è nel serbatoio? La tassa per il
finanziamento della guerra in Etiopia del 1935 e del Libano del 1983, per la
crisi di Suez del 1956, per le alluvioni di Firenze (1966) e Liguria e Toscana
del 2011, per i terremoti del Belice (1968), del Friuli (1976), dell’Irpinia
(1980) e dell’Emilia (2012); addirittura per il contratto degli autoferrotranvieri
del 2004, per l’acquisto di autobus ecologici del 2005, per il finanziamento
della cultura del 2011. Nell'autunno 2013 il ministro dell’Economia e delle Finanze,
Saccomanni, ha orgogliosamente detto che “l’Italia è un paese normale”. E’ un
colossale bugiardo. Nessuno ha tante tasse come noi e, ovviamente, nessuno ha tanti
evasori come da noi. Saccomanni, che vive fuori dalla realtà, a inizio 2014 ha avuto l'impudenza di idire un'altra assurdità: "Nel 2014 caleranno le tasse". Scommettiamo che non è vero?
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