Negli anni 70 i calciatori non andavano in
vacanza ai Caraibi, alle Maldive o a Ibiza (che allora nessuno conosceva).
Andavano invece a Rimini o Viareggio dopo essere stati una settimana a Grado,
in provincia di Gorizia. Lì, e a Lignano, facevano le cure termali. A me,
giovane redattore di “Stadio”, era toccato il compito di fare “le interviste
estive”, a luglio. Ci andai per parecchi anni di seguito (270 km con la 500 di mio padre, non si arrivava mai), e a lungo andare la cosa anziché
annoiarmi divenne divertente. I calciatori in vacanza frequentavano la modesta locanda
di Nico, "Alla fortuna", che nel 2010 è stata tirata a nuovo e chiamata “Nico – Antica Trattoria
Alla Fortuna”. Nessuno rifiutava dieci minuti di chiacchiere rilassanti, che io
poi spalmavo su una pagina intera, condita con inedite foto a colori. Ad un
certo punto divenni così "di famiglia" che non occorreva più che andassi a cercare
i calciatori: venivano loro da me, che stavo seduto a un tavolino, magari
convocati da Nico stesso: Fai un salto qui che c’è Facchinetti…. In quel
periodo mi feci tutti i giocatori più popolari: Gigi Riva era in apparenza
sempre riservato e serioso, ma una sera spalmò del burro sulla schiena di un collega; Fabio
Capello, bellissimo, si teneva i baffetti e amava scorrazzare sulla spiaggia
con una “dune buggy”; Marcello Lippi, gentile ed elegante, la prima volta gli andai a parlare al
“Sans Souci”, un localino dove si faceva musica. Le mie interviste divennero
così popolari che Nico tappezzò le pareti della sua locanda con le mie pagine
di “Stadio”. Colto da un soprassalto di nostalgia, alcuni anni fa con mia
moglie sono tornato a Grado: sempre bellissima ma tutto cambiato, parcheggi
intasati di auto, nessun calciatore in giro. E la locanda di Nico trasformata
in maniera irriconoscibile, bellissima ma non più la “mia” locanda. Non
bisognerebbe mai guardarsi indietro…
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