Perché
il frisbee, il rugby o il badminton si chiamano così? Sono parole che non hanno
attinenza col contenuto delle rispettive attività sportive...
Mentre per il calcio, il
ciclismo, la pallacanestro, ecc. é immediato l’aggancio del vocabolo alla
rispettiva disciplina, non altrettanto si può dire per il frisbee e per il
rugby. Il
frisbee, nato negli Stati Uniti a metà degli Anni 50, deriva il nome dalla
“pasticceria Frisbie”. Questa pasticceria faceva ottime torte. Le torte
divennero famose presso gli studenti dell’Università di Yale, Connecticut, non
tanto per il loro sapore quanto per il loro contenitore di latta. Che si
prestava ad essere lanciato sui prati durante le ore di ricreazione. Un tale Fred Morris sul
modello di quel contenitore ideò subito un disco di plastica dalle linee più
aerodinamiche. Nel 1958 la Wham-O (che già aveva lanciato l’hula-hoop) cominciò
a produrre in serie l’attrezzo e cambiò il nome originario di “frisbie” (la
famosa pasticceria) in “frisbee”. Il rugby ha una tradizione molto più
antica e nobile e deriva il nome dalla città di Rugby, nel Warwickshire, a 150
km da Londra. La leggenda vuole che nel 1823 uno studente della Public School
di Rugby, William Webb Ellis, giocando a football con altri studenti
all’improvviso, e contravvenendo alle regole non ancora scritte del gioco,
prendesse il pallone sotto il braccio e si mettesse a correre all’impazzata
contro la difesa avversaria.
Quel giorno - e c’é una lapide di marmo a ricordarlo (foto a sinistra), sulla facciata della Public School di Rugby - nasceva il Football-Rugby, il calcio giocato alla maniera di Rugby. Il Badminton - una specie di tennis giocato con racchette più leggere, in un campo più piccolo e con una “pallina” (volano) fatta di sughero o caucciù in cui sono infisse delle piume - deriva il nome da una tenuta: quella del duca inglese di Beaufort, nel Gloucestershire, che attorno al 1860 nei suoi possedimenti definì tecnica e regole del gioco, derivato da un gioco (poona) praticato in India e diffuso in Europa nell’età rinascimentale. Le due figlie del duca erano solite giocare con racchette e volano nella grande sala del castello di Badminton: un giorno, per variare il gioco, tesero una cordicella fra la corda d’ingresso e il camino cercando di rilanciare il volano sopra di essa. Era nato il badminton. Che dal 1992 (Giochi di Barcellona) è ufficialmente disciplina olimpica dopo essere apparsa a Seul 1988 come sport dimostrativo.
Quel giorno - e c’é una lapide di marmo a ricordarlo (foto a sinistra), sulla facciata della Public School di Rugby - nasceva il Football-Rugby, il calcio giocato alla maniera di Rugby. Il Badminton - una specie di tennis giocato con racchette più leggere, in un campo più piccolo e con una “pallina” (volano) fatta di sughero o caucciù in cui sono infisse delle piume - deriva il nome da una tenuta: quella del duca inglese di Beaufort, nel Gloucestershire, che attorno al 1860 nei suoi possedimenti definì tecnica e regole del gioco, derivato da un gioco (poona) praticato in India e diffuso in Europa nell’età rinascimentale. Le due figlie del duca erano solite giocare con racchette e volano nella grande sala del castello di Badminton: un giorno, per variare il gioco, tesero una cordicella fra la corda d’ingresso e il camino cercando di rilanciare il volano sopra di essa. Era nato il badminton. Che dal 1992 (Giochi di Barcellona) è ufficialmente disciplina olimpica dopo essere apparsa a Seul 1988 come sport dimostrativo.
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