mercoledì 18 settembre 2013

LE MIE PASSIONI - Le figurine


Mi hanno intrigato molto presto, nell’immediato dopoguerra: mia nonna materna aveva un negozietto in cui fra le altre cose vendeva anche bustine di figurine. Non ricordo che figurine fossero, ricordo invece che di straforo cominciai a farmene una bella collezione, rubando le bustine. Mi affascinavano quei disegnini numerati e caratterizzati da una sintetica descrizione del soggetto. Quando trovai altri bambini con la stessa passione, cominciammo a giocare a “carta o fìgura”: si gettavano a terra le figurine e a seconda di come si posavano le te intascavi,  se avevi scelto “carta” ti prendevi quelle col retro bianco in evidenza e viceversa. 
Curioso per natura, mi interessai dell’argomento “figurina”; e scoprii le Liebig, quelle del Bon Marchè o le Perugina col mitico e introvabile “feroce Saladino” disegnato da Angelo Bioletto: autentici gioielli di cultura spiccia di cui avrei fatto incetta andando per mercatini: lì conoscevi la storia dell’uomo, le varie espressioni della cultura. 
Poi vennero le figurine sportive, mi piacevano quelle che si trovavano nelle caramelle Fidass, caricature di ciclisti e calciatori: nei miei cassetti ne ho ancora una decina. Dopo è stata un’esplosione, con la Panini di Modena ad accendere la miccia. Fra l’altro la Panini nel 1986 cominciò ad allestire il Museo della Figurina: oggi è un capolavoro imperdibile.
Recentemente ho riscoperto nella mia biblioteca un piccolo capolavoro, un piccolo album acquistato in un mercatino: 50 figurine con la storia della bicicletta (Cycling 1839-1939), ciascuna nelle quali corredata da una lunga descrizione. Il piccolo album fu pubblicato in Gran Bretagna dalla "John Player & Sons" per conto della ominima marca di sigarette.

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