Perchè in atletica leggera si parla di “lancio del martello” quando invece l’attrezzo di questa specialità è una palla di ferro legata a una catena?
Questa specialità ha origini antichissime: era praticata dai Celti che si sfidavano a chi lanciava più lontano un pesante martello da fabbro o da carpentiere. Nel tempo, questa prova di forza fu praticata con attrezzi diversi, sempre relativa ai mestieri di chi vi ci si cimentava. Nel 1400 in Scozia e in Irlanda i boscaioli sostituirono l’originario martello con un piccolo tronco d’albero o un’ascia.
Fu verso la metà del 1800 che a Oxford venne codificato il contenuto di questa specialità: fu mantenuto il nome originario (lancio del martello) in ossequio alla tradizione, ma l’attrezzo era costituito da una sfera di ferro attaccata per mezzo di un filo di acciaio a una maniglia di ferro triangolare che veniva impugnata dall’atleta. Il lancio veniva effettuato dopo una o più rotazioni dell’attrezzo, effettuate per imprimere forza al gesto atletico. Quasi nulla é cambiato da allora. Il peso dell’attrezzo (maniglia, sfera, catena) é stato fissato in poco più di 7 kg, pressoché uguale a quello della sfera di metallo usata per il “lancio del peso” (specialità -questa- che deriva dal getto della pietra, molto in voga nell’antica Troia). Dal 1995 anche le donne (abilitate fino ad allora solo ai lanci di giavellotto, peso e disco) si cimentano anche nel lancio del “martello”; alle Olimpiadi hanno fatto il loro debutto a Sydney 2000. Il loro “martello” pesa 4 kg. Alle Olimpiadi il lancio del martello fece la sua comparsa nella seconda edizione, a Parigi nel 1900. Non per caso vinse la gara John Flanagan, poliziotto di New York emigrato negli Stati Uniti dall’Irlanda nel 1896. Flanagan vinse l’oro olimpico anche nel 1904 a St.Louis e nel 1908 a Londra. Nel 1911 tornò in Irlanda, sua terra nativa e culla del “martello”.
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