Perché - e come, e
quando - sono nate le figurine sportive?
Quelle
sportive non sono le sole - né tantomeno le prime - “figurine”, così dette per
essere “piccole figure riprodotte su piccoli fogli di carta”. Le prime pare
siano nate in Francia attorno al 1865: fiori, animali, donne, bambini con
funzioni puramente decorative di confezioni di prodotti diversi. Piacquero
tanto che si cominciò a farne la raccolta. Una delle
più famose collezioni fu quella ideata dal barone tedesco Justus von Liebig:
per lanciare i suoi “estratti” di carne” decise di dare in omaggio agli
acquirenti dei suoi prodotti una serie di figurine di soggetto diverso. Solo
nel 1895 Liebig pubblicò, in Gran Bretagna, la prima serie di figurine
interamente dedicata allo sport: era la serie N. 461 con soggetti relativi a
cricket, tennis, golf, croquet, football, tiro con l’arco. Nel 1896 la Liebig
distribuì un’altra serie sportiva in Germania, Belgio e Italia. Attorno al
1920 anche industrie italiane cominciarono a produrre figurine, sempre
abbinandole ai loro prodotti: la Fabbrica di Cioccolato Helvetia di Reggio
Emilia, la Zaini, la Lurati. Il mondiale di calcio disputato in Italia nel 1934
produsse il boom della figurina sportiva nel nostro Paese. Nello stesso anno
l’editrice Vecchi di Milano pubblicò l’album “Assi del ciclismo e del calcio”
le cui figurine si potevano acquistare assieme ai fumetti dello stesso editore:
Bombolo, Jumbo, Rin-tin-tin, Primarosa. (Del 1934 é anche la collezione di
figurine Perugina, abbinata ai cioccolatini, disegnata da Angelo Bioletto e
divenuta celeberrima per l’introvabile “Feroce Saladino”).
Una delle
prime aziende italiane a puntare su una serie sportiva fu la Caffarel-Prochet
di Torino che nel 1936 editò cento figurine di calciatori disegnate da Carlin
Bergoglio.
Altre aziende la imitarono (la Atti & Bassi di Bologna, la Wamar
di Torino, la Fidass di Serravalle Scrivia), finché nel 1961 la Panini di
Modena entrò nel mercato dell’editoria esclusivamente come produttrice di
figurine sportive. La sua attività continua a tutt’oggi, con diffusione
europea. Negli Stati
Uniti le figurine nacquero come “cigarettes card”, cioè avevano la funzione di
rinforzare i pacchetti di sigarette. Una delle prime serie, del 1885, era
denominata “The World’s Campions” ed era prodotta dalla Allen & Ginter di
Richmond, Virginia.
Se in Italia la figurina é ancora e solo oggetto di
divertimento da parte di un pubblico giovane, negli Usa la figurina é oggetto
di collezionisti strampalati: nel 1997 la prima figurina (datata 1914) di Babe
Ruth, raffigurante questa leggenda del baseball con la maglia dei Baltimora
Orioles, fu venduta per settemila dollari. Nel 1961
Barry Harper acquistò per un paio di miliardi cinque pezzi pregiati tutti dello
stesso soggetto: Honus Wagner, battitore dei Pittsburgh Pirates. Harper nel
1990 mise all’asta i suoi 5 pezzi e un esemplare fu venduto per 560 milioni di
lire. Illustre il compratore: Wayne Gretzky, asso dell’hockey ghiaccio. Un
altro pezzo fu venduto per 270 milioni a un’asta di Sotheby’s a New York. Che cosa
hanno di speciale le figurine raffiguranti Honus Wagner, uscite nel 1909, e di
così grande valore? All’epoca - come già detto - le figurine venivano vendute
nei pacchetti di sigarette. Wagner, accanito avversario dei fumatori, non
sopportava l’idea che la sua immagine venisse associata al tabacco e chiese
alla compagnia distributrice delle sigarette di ritirare dal mercato la sua
figurina. In circolazione ne restarono soltanto 40. E cinque le conservò Wagner
stesso. Furono trovate nel taschino della sua giacca quando morì, nel 1955.
Sono le cinque che Barry Harper vendette alle aste a prezzi astronomici.
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