Un cronista del Settecento (Galeati, Cronaca Bianchina,
Bologna) racconta che attorno al campo di una partita di pallone “vi erano
suonatori di trombe, corni da caccia e timballi i quali prima di giuocare e fra
li giuochi e dopo finito facevan sinfonie”. Quel frastuono non piaceva ad
alcuni. Così “gli inquilini delle case sul gioco del pallone nell’anno 1763
presentarono un reclamo al Senato contro gente di vile servizio, lacché e
parrucchieri i quali, riscaldati dal giuoco, prorompevano in parole lascive e
ingiuriose andando persino a risse e minacce”. Il fenomeno però ormai dilagava.
Tanto che “nel 1777 si dovette prendere uno sbirro pel mantenimento
dell’ordine”. Per dire: i tifosi eccitati ci sono sempre stati attorno a
un campo di calcio perché il gioco stesso è antagonismo, competizione. Aggiungo
che – lo disse uno psicologo di cui mi sfugge il nome – “in una massa le
intelligenze superiori si abbassano al livello di quelle inferiori”. Dopodichè
si capisce perché una partita di calcio - da noi - non possa essere considerata uno
spettacolo normale cui possono assistervi senza pericoli famiglie con bambini
al seguito. I tifosi più esagitati sono dei mascalzoni frustrati e senza
personalità che si individuano in un giocatore o in una squadra nella illusione
di essere qualcuno. Sono la minoranza, ovviamente. Ma bastano per rovinare la
giornata di chi vorrebbe gustarsi in pace una partita. E la rovinano con i
pretesti più diversi: basta una parola per scatenare un’orda di imbecilli
contro i tifosi avversari (vedi tragedia dell’Heysel), o di bruciare il pullman
della squadra avversaria, o di sfasciare uno
stadio per un errore arbitrale. Le frange più estremiste si sono anche date un
nome: gli hooligans in Gran Bretagna, gli ultràs in Italia. La tragedia nella
tragedia è che diverse società, pur di avere un sostegno sicuro, proteggono e sovvenzionano
questi individui spregevoli. Una riflessione: forse se chi viene portato in
commissariato dalle forze di polizia e poi in tribunale si beccasse una
condanna a tre anni di carcere da scontare per davvero, il fenomeno non avrebbe le dimensioni di ora. Conseguenza di tutto questo è che allo stadio non ci va quasi più nessuno: un sondaggio della Demos Coop del settembre 2013 ha rivelato che "la passione per il calcio in Italia coinvolge una quota di persone sempre più ridotta ma sempre più accesa" e che "gli stadi sono percepiti come luoghi a rischio". Sintomatico quanto successo a inizio dicembre 2013 sugli spalti della Juve: una curva, interdetta agli ultrà bianconeri per cori razzisti, aveva ospitato dei bambini; ebbene la società di Torino è stata multata di 5.000 euro per gli insulti lanciati da alcuni dei piccoli tifosi all'inirizzo del portiere dell'Udinese. A inizio 2014, durante un Bologna-Napoli, la curva sud popolata da ultras rossoblu ha sbeffeggiato la canzone Caruso di Lucio Dalla che era stata programmata per avvicinare le due tifoserie: Gianni Morandi si è dimesso da presidente onorario del Bologna e ha chiamato "imbecilli" quei razzisti intollerabili. Non c'è più speranza.
Ultima notizia: ad abbandonare gli stadi non sono più solo gli spettatori ma adesso anche gli allenatori, i dirigenti e i giocatori. Il tecnico del Brescia a fine settembre si è reso irreperibile per alcuni giorni e poi ha dato le dimissioni dopo che gli ultrà locali avevo "preteso" di incontrarlo negli spogliatoi e dopo che a luglio gli era stato praticamente impedito di fare assumere un vice da lui scelto, perchè "ex atalantino". All'inizio di novembre 2013 un gruppo di "tifosi" della Nocerina hanno intimato ai giocatori di non scendere in campo a Salerno, minacciandoli anche di morte, perchè era stato loro vietato di presenziare al derby per precedenti intemperanze. La Nocerina è andata in campo ma 5 giocatori dopo pochi minuti hanno inscenato misteriosi incidenti e sono usciti dal campo: essendo la squadra rimasta in 8, l'arbitro dopo 20' ha sospeso la partita. In cielo è poi apparso un aereo con la scritta "Rispetto per gli ultras". Rispetto??? I dirigenti della squadra campana dopo il fatto si sono dimessi in massa.
Ultima notizia: ad abbandonare gli stadi non sono più solo gli spettatori ma adesso anche gli allenatori, i dirigenti e i giocatori. Il tecnico del Brescia a fine settembre si è reso irreperibile per alcuni giorni e poi ha dato le dimissioni dopo che gli ultrà locali avevo "preteso" di incontrarlo negli spogliatoi e dopo che a luglio gli era stato praticamente impedito di fare assumere un vice da lui scelto, perchè "ex atalantino". All'inizio di novembre 2013 un gruppo di "tifosi" della Nocerina hanno intimato ai giocatori di non scendere in campo a Salerno, minacciandoli anche di morte, perchè era stato loro vietato di presenziare al derby per precedenti intemperanze. La Nocerina è andata in campo ma 5 giocatori dopo pochi minuti hanno inscenato misteriosi incidenti e sono usciti dal campo: essendo la squadra rimasta in 8, l'arbitro dopo 20' ha sospeso la partita. In cielo è poi apparso un aereo con la scritta "Rispetto per gli ultras". Rispetto??? I dirigenti della squadra campana dopo il fatto si sono dimessi in massa.
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